Aspetti Fiscali del Guadagno Online

Aspetti fiscali del guadagno online

Nota Bene: non sono un commercialista. Questo articolo sugli aspetti fiscali del guadagno online non vuole essere esaustivo, ma solo raccontare le informazioni che ho raccolto in questi anni e condividerle. E’ opportuno farsi sempre consigliare da un professionista per avere indicazioni precise relative a questi argomenti.

Quando decidi di lavorare su internet, è necessario avere a mente che, trattandosi di un’attività imprenditoriale, è necessario regolarizzare la propria posizione fiscale.

Personalmente, avendo già una partita IVA con codice relativo all’informatica, non ho dovuto apportare particolari modifiche al mia posizione, ma gli aspetti fiscali sono un aspetto rilevante ed impattante per chi vuole avviare la propria attività su internet.

Se anche tu stai iniziando, è opportuno fare alcune considerazioni.

Partita IVA? Sì o No?

E’ necessario avere da subito la Partita IVA, quando si vuole guadagnare online?

L’opinione generale è che un’attività online, basata su un sito Web con vendita di prodotti, adesione a programmi di affiliazione e vendita di link o altre forme di monetizzazione, sia da considerarsi a tutti gli effetti un’attività imprenditoriale che necessità pertanto di partita IVA.

Nella pratica molti network come Google Adsense, Zanox, Tradedoubler o Sprintrade, solo per citarne alcuni, ti pagano regolarmente le commissioni anche se non hai una Partita Iva.

Sprintrade, società italiana, al momento del pagamento ti chiede una ricevuta ed applica la ritenuta d’acconto.

La partita iva è quindi un requisito necessario per il fisco italiano, ma tecnicamente non necessario per ricevere i pagamenti.

Come iniziare?

Per quanto l’apertura della partita iva sia da alcuni anni gratuita, rimangono infatti costi da sostenere. Costi di gestione, come quello del commercialista, ed il rispetto dei minimi di fatturato e di contribuzione ove previsti dalla legge.

Se sei agli inizi, hai davanti a te due possibilità per non dover da subito sostenere i costi connessi alla partita iva:

  1. procedere con una collaborazione occasionale, dichiarando le somme guadagnate nel 730 (parlane prima con qualche professionista in materia che possa esporti chiaramente eventuali rischi a cui vai incontro). Questo approccio può essere tenuto in essere finchè si parla di importi di scarsa entità. Questa posizione è sostenuta tra gli altri da Paolo Moro di AlVerde.Net nel suo articolo Per guadagnare è necessaria la Partita IVA?
  2. “congelare” i guadagni fino a quando non raggiungano delle cifre interessanti. Tutti i network, infatti, ti consentono di impostare una soglia prima che i pagamenti vengano effettuati. Impostando questo valore di soglia ad un valore abbastanza elevato (ad esempio 1.000€) si può iniziare a vedere e misurare i potenziali rendimenti del proprio sito. Una volta raggiunta una cifra interessante potrai aprire la P. IVA ed incassarli.

Aspetti Fiscali del guadagno online: precisazioni

Con l’obbligo di dichiarazione Intrastat, dal 01 gennaio 2010, sembrerebbe che tutte le transazioni con società non italiane siano soggette a fattura obbligatoriamente.

Il mio consiglio è quello di rivolgerti sempre ad un esperto.
Per esperto non intendo semplicemente un bravo commercialista, ma intendo un bravo commercialista specializzato nella materia “Internet Marketing”.

Dato che questa categoria è al momento merce abbastanza rara, ti consiglio di tutelarti dando un’occhiata al sito “Il Fisco sul Web”.

Hai la Partita IVA?

Hai già la Partita IVA o hai deciso di aprirla?
Come devi preparare le fatture verso i network di affiliazione?

Purtroppo l’argomento “Internet” non è ancora stato legiferato in maniera precisa, pertanto, in molti casi ci si basa su analogie, interpretazioni ed esperienze di altri. Anche i commercialisti, in casi particolari, possono trovarsi in difficoltà, se non hanno esperienza specifica in materia.

Innanzitutto è bene distinguere se la società verso cui vai ad emettere la fattura è italiana (ad es. Sprintrade) o straniera (AdSense, Zanox, etc.).

Nel primo caso, trattandosi di una società operante in Italia e soggetta alle norme fiscali italiane, ci sono pochi dubbi: ad esempio, io emetto la fattura a Sprintrade aggiungendo l’IVA agli importi maturati e sottraendo la ritenuta d’acconto.

Questa è la stessa procedura che utilizzo normalmente con tutti i miei clienti.

Gestione fiscale con società estere

Diverso il caso in cui la società abbia sede all’estero.
Difatti, in questo caso, iniziano le complicazioni. Per lungo tempo è stata aperta sul Web una lunghissima diatriba su come effettuare le fatture verso Google AdSense, con sede negli Stati Uniti, e se fosse possibile o meno recuperare l’IVA da Google.

Per fortuna, nel corso del 2009, Google “si è spostata” in Irlanda, dando vita a Google AdSense Ireland, società comunitaria, semplificando di fatto la nostra gestione.

In seguito a questa modifica, le fatture verso AdSense (così come per Zanox o Tradedoubler anch’esse con sede all’interno della UE) vengono emesse esenti fuori campo IVA. Io personalmente indico in fattura la dicitura “Operazione fuori campo di applicazione dell’IVA ex art. 7-ter, D.P.R. 633/1972”, ma anche in questo caso chiedi al tuo commercialista come sia meglio procedere.

Un aspetto importante da tenere presente è che dal 1 gennaio 2010 anche le fatture relative ai servizi sono soggette a dichiarazione Intrastat: questa dichiarazione, prima obbligatoria per la sola vendita di merci, comporta dunque ulteriori adempimenti burocratici anche per la vendita di servizi.

La dichiarazione Intrastat va obbligatoriamente presentata, con cadenza mensile o trimestrale, anche mediante un intermediario abilitato (ad es. il tuo commercialista), per via telematica all’Agenzia delle Dogane. Questo ulteriore adempimento genera ulteriori costi, pertanto valuta bene quando incassare e fai in modo di ottimizzare burocrazia e costi.

AdWords e le fatture Passive

Se fai internet marketing è possibile che tu abbia la necessità di acquistare campagne pubblicitarie (ad es. Google AdWords). Se possiedi una partita IVA è probabile che tu voglia scaricare gli importi pagati.

Google AdWords, con sede in Irlanda, emetterà una regolare fattura (richiedibile e scaricabile direttamente dalla tua area riservata) senza addebito di VAT (iva irlandese).

Tu, in qualità di contribuente-committente italiano, sei comunque tenuto ad emettere un’autofattura, ai sensi dell’articolo 17, comma 3, del Dpr 633/72 (meccanismo di inversione contabile, nota anche come reverse-charge).

Per maggiori dettagli sulle implicazioni fiscali legate a google adword ti consiglio di leggere “Regime IVA dai servizi pubblicitari di Google AdWords“, ottima sintesi pubblicata da Fisco Italiano Web.

Anche nel caso di acquisti pubblicitari da Network non italiani (oltre a Google AdWords mi vengono in mente Facebook Ads, oppure siti di vendita link come Teliad) ti consiglio di consultare un commercialista che ti aiuti a definire con esattezza le modalità da seguire.

Conclusioni sugli aspetti fiscali del guadagnare con internet

Il tema del guadagno su internet è molto delicato: rispetto al 2008, quando ho iniziato, sicuramente sono stati chiariti molti aspetti.
Ciò non toglie che la materia è particolare e richiede competenze specifiche.

E’ sempre opportuno farsi seguire da uno specialista: vista la particolarità della tematica, nella mia esperienza, ho visto che non sempre basta un bravo commercialista, serve un bravo commercialista che conosca molto bene l’argomento. Purtroppo io non ne ho trovati molti in giro.

Linkografia

Quando aprire la tua Partita IVA per Guadagnare Online
Problemi fiscali del Web (Forum GT)
Fisco, leggi e tasse (Forum AlVerde)
Civile.it Internet
AdSense, Tasse e Partita IVA

3 commenti su “Aspetti Fiscali del Guadagno Online”

  1. Ottimo articolo Enrico! L’unica precisazione che vorrei fare è che chi procede con una collaborazione occasionale, non puo’ assolutamente fare il 730 bensì dovrà redigere il modello UNICO.

    Il 730 è una dichiarazione dei redditi esclusivamente riservata a chi è lavoratore dipendente ed ha continuità di datore di lavoro. Quindi un eventuale rimborso o trattenuta puo’ essere decurtata dallo stipendio nel mese di luglio/agosto.

    In merito al modello Intrastat è tutto preciso,ho ricevuto oggi una circolare dal quale si evince che secondo la nuova normativa la periodicità annuale, gli elenchi riepilogativi sono ora presentati con riferimento:

    1) a periodi trimestrali, per i soggetti che hanno realizzato, nei quattro trimestri precedenti e per ciascuna categoria di operazioni, un ammontare trimestrale non superiore a 50mila euro;

    2) a periodi mensili, negli altri casi.

    I contribuenti tenuti esclusivamente alla presentazione degli intrastat relativi ai servizi (resi e ricevuti) partono come “trimestrali” e per loro, quindi, la prima scadenza per la presentazione degli elenchi cade in aprile
    (sempre che non superino – o abbiano superato – a gennaio, febbraio o marzo 2010, la soglia dei 50mila euro). Per questi soggetti, in sostanza, non si tiene conto delle operazioni, attive e passive, effettuate nel corso del 2009.

    Buon Lavoro,
    Dott. Vincenzo Romano
    Commercialista e Affiliate Manager Sprintrade Srl

    1. Ciao Vincenzo,

      ti ringrazio per il tuo apporto (il parere di un professionista è sempre gradito).

      Ho fatto effettivamente confusione, dovuta al fatto che in passato sono stato lavoratore dipendente.

      Ne approfitto per chiederti un ulteriore chiarimento: il modello di riferimento è sempre l’UNICO anche nel caso in cui il WebMaster abbia anche un lavoro “offline” come dipendente? Oppure in questo caso si procede con l’inserimento degli importi ricavati dal web nel 730 (alla voce “Altri Redditi”)?

  2. @Chicco – Guadagno su Internet – Allora chi è titolare di partita iva, deve obbligatoriamente fare il modello UNICO, ed indicare eventuali altre entrate nel quadro RL redditi diversi.

    Chiarisco inoltre, che non tutti i lavoratori dipendenti possono essere titolari di partita iva!!!

    Nel caso in cui invece, il lavoratore dipendente NON ha partita iva ed raccimola qualcosina tramite internet, allora puo’ fare il 730 ed indicare gli altri redditi nella sezione D3 sotto la voce ” COMPENSI DI LAVORO AUTONOMO NON DERIVANTI DA ATTIVITÀ PROFESSIONALE ” .

    Solitamente cosi’ facendo si recupera la ritenuta che Sprintrade e Clickpoint decurtano dalla commissione guadagnata!

I commenti sono chiusi.